Investimento? Parliamo di azioni e ciclo economico

Il ciclo economico può influenzare l'andamento delle azioni quotate in borsa. Per questo motivo è importante sapere dove si può investire e in che termini, sapendo che le società con i relativi titoli possono cambiare nel tempo, passare da una categoria all'altra, da una tipologia all'altra al mutare delle situazioni.

Per poter fare trading e investire in borsa in maniera ragionata ed efficace è necessario comprendere in che ambito si agisce e di cosa si sta parlando. Poiché le azioni sono strettamente connesse al ciclo economico, è importante capire di cosa si stratta e dove si sta investendo il proprio capitale. Si è accennato al "ciclo economico" a proposito del day trading e in questo articolo si affronterà la tematica esponendone le nozioni base.

Quando si parla di azioni quotate in borsa, si fa riferimento a titoli emessi da una società. Essi servono a raccogliere i fondi necessari per la sua attività. Le azioni rientrano nel "capitale di rischio" di una data società, cioè quel capitale soggetto a rischio da impresa. Questo significa che quando si compra un'azione si investe nel business di quella società, per cui se essa ha degli "utili" si guadagna attraverso i dividendi e l'eventuale aumento di prezzo dell'azione. Se, al contrario, essa perde o fallisce, il valore delle azioni diminuisce. Di conseguenza non solo non si hanno guadagni, ma si rischia il capitale investito.

Questa premessa chiarisce già di per sé quanto sia importante rendersi conto dove e quando intendiamo impiegare i nostri soldi in un trade,  capire quali sono i fattori che fano muovere i titoli azionari.

Il ciclo economico è un avvicendarsi di fasi di prosperità e fasi di depressione all'interno di una economia di mercato. Esse dipendono dall'alternanza di aumento o di diminuzione del prodotto interno lordo  (PIL), per cui vi è un'intensità diversa dell'attività economica di un Paese o di un gruppo di Paesi collegati economicamente. Si deve, quindi, capire in che fase del ciclo economico ci si trova prima di scegliere e comprare le azioni, in modo tale da incanalare gli investimenti nella categoria più propizia (favorevole/positiva/ utile/ opportuna).  Ad esempio, se l'economia sta entrando in una fase di recessione si dovranno evitare quei titoli che risentono in maniera sensibile il rallentamento economico (come società chimiche e aziende automobilistiche), mentre  si dovrà puntare su titoli azionari reattivo ai tassi di interesse perché essi molto probabilmente scenderanno.

Esempio di un ciclo economico

(Credit foto: wikimedia/Marcod)

Il valore delle aziende e quindi delle azioni è influenzato dal ciclo economico e, sebbene questo condizionamento non è uniforme, per l'investitore è sempre importante fare delle distinzioni tra le diverse società.

A seconda dei mesi dell'anno o dei periodi del ciclo economico le azioni possono essere classificate e suddivise in diverse categorie. Le tipologie sono:

Azioni stagionali. Riguardano quelle aziende legate alle domande affrontate durante l'anno. Di conseguenza possono ad esempio avere meno richiesta durante un determinato periodo dell'anno e fare profitto in un altro. Ad esempio se un'azienda produce articoli da spiaggia sarà meno "attiva" durante l'inverno mentre avrà un picco di vendita in estate. C'è da considerare, inoltre, un altro effetto legato alla stagionalità: la vendita al dettaglio durante i periodi di vacanza. Per cui in determinate circostanze possono esserci maggiori richieste (ad esempio a Natale, a Pasqua, ad Halloween, ecc.). Naturalmente investire in azioni stagionali, rivendendo i titoli trascorso il periodo ipoteticamente fiorente, non significa avere guadagno garantito.  È importante sondare l'azienda in questione, analizzandone i bilanci e confortando i risultati dell'anno in corso con quelli dello stesso periodo degli anni precedenti.

Azioni non stagionali. Interessano aziende la cui attività non è legata ad un periodo particolare dell'anno, per cui non sono toccate dai cambiamenti stagionali. Si tratta di attività la cui produzione e vendita segue la cosiddetta "curva di domanda anelastica" .  Un esempio può essere l'azienda produttrice di burro di arachidi, la cui domanda non è connessa alle stagioni, né al clima né a particolari periodi dell'anno.

Azioni cicliche. Sono aziende le cui attività sono connesse ai cicli economici dell'economia globale, a tal punto che sono le prime a riflettere, con l'andamento dei loro titoli,  un'eventuale recessione o espansione. Un esempio di società con azioni cicliche sono le compagnie aeree, i costruttori di automobili, le materie prime e le industrie di base.

Uno dei fattori chiave del rapporto tra azioni e ciclo economico è il lusso. Le automobili stile Porche, ad esempio, registrano un aumento delle vendite quando l'economia va bene. Quando, al contrario, l'economia retrocede, anche le vendite rilevano un rallentamento.

Azioni non cicliche. Si tratta di aziende i cui titoli non mutano facilmente e non sono così sensibili al ciclo economico, per cui risentono in maniera inferiore ai livelli minimi e massimi dell'attività. In generale si tratta di imprese che offrono servizi o beni essenziali (il cibo, l'assistenza sanitaria, le assicurazioni).  Questi titoli sono conosciuti anche con il nome di "difensivi" e per l'aumento delle vendite non si basano sul contesto economico. In genere l'industria che propone un prodotto o un servizio non è condizionata da un'economia in recessione o in espansione poiché i consumatori si trovano obbligati a farne uso per la gestione quotidiana della vita.

Le Utility

Una società e quindi i suoi titoli sono più sensibili al ciclo economico se la domanda dei consumatori per il prodotto offerto può essere più o meno sensibile alla congiuntura economica. Alcuni titoli sono invece sensibili ai tassi di interesse e sono detti "utility". Essi appartengono ad aziende che producono beni di utilità come ad esempio l'energia elettrica, l'acqua, il gas,  le banche, il settore legato all'edilizia e le telecomunicazioni.

Nello specifico, nel caso delle utility come il gas e le banche, la sensibilità del  valore ai tassi di interesse è dipesa alla crescita lenta e quasi costante.  Di conseguenza utili e dividendi delle aziende sono stabili negli anni. Queste azioni, quindi, sono per gli investitoti quasi assimilabili ai titoli obbligazionari e per questa ragione i muovo con i tassi di interesse.
Per quanto riguarda tutti gli altri casi, invece, la sensibilità ai tassi di interesse dipende da una diversa realtà: le aziende appartengono a settori caratterizzati da livelli di indebitamento, per cui la discesa dei tassi di interesse diminuisce il peso deli interessi passivi sui bilanci aziendali.

Conoscere il rapporto esistente tra ciclo economico ed azioni può essere utile per fare investimenti proficui

(Credit Foto: RgbstockCarlos Paes)

I Dividendi

Un fattore caratterizzante le azioni sono i cosiddetti dividenti. A seconda della distribuzione dei dividendi, determinati da politiche e obiettivi individuali di ogni società, si hanno categorie di azioni.  Vi sono quindi : le azioni di crescita e quelle di reddito.

Le azioni di crescita. Appartengono a società dall'elevato potenziale di crescita. Il loro incremento sul mercato è a volte così celere che reinvestono gli utili nelle infrastrutture piuttosto che pagare gli utili agli investitori.  Questa scelta serve a  mantenere la crescita veloce. Le azioni di crescita (o growth) sono note, quindi, per non avere i dividendi. Ad esempio le aziende tecnologiche sono considerate spesso come quelle a crescita elevata. La loro peculiarità è di considerare più vantaggioso per gli azionisti investire nella ricerca e nello sviluppo piuttosto che distribuire i dividendi ogni tre mesi.

Le azioni di reddito. Questi titoli a differenza degli altri hanno spesso raggiunto il massimo potenziale di crescita. Le azioni di reddito o "income" di solito hanno prezzi stabili, che non tendono a fluttuare moltissimo. Pagano i dividendi agli investitori anche superiori alla media. Il loro valore dipende dalla sua affidabilità e da come ha pagato i dividendi nei mesi precedenti. Il pagamento degli utili è, infatti, un pregio aggiunto poiché se la società ha mantenuto costanti i pagamenti dei dividendi, acquista fiducia e merito da parte degli  investitori. Tra le azioni appartenenti alle income sono i REIT (Fondi Comuni d'Investimento Immobiliare), che offrono dividendi pari o superiori al 5%.

Grafico delle posizioni delle prima cinque società per capitalizzazione di mercato da Forbes 500 lista trimestrale (2010–2014)

(Credit Foto:Wikipedia/Jklamo)

Investimenti e ciclo economico

Gli investimenti possibili sono di diverso tipo e ognuno cerca di sfruttare un momento, di "catturare" una parte del ciclo di movimento di un'azione.
Le tipologie vanno dal value investing al momentum investing e nessuna di queste può dirsi migliore o superiore. 

I value investors (investitori in valore)si basano sulla convinzione che il prezzo di mercato dell'azione non esprima correttamente , se non raramente, il valore dell'azienda quotata. Essi considerano la differenza che può esservi tra il prezzo del titolo e il valore reale del suo patrimonio un'opportunità di investimento. Questo valore reale non espresso è chiamato intrinsic value (valore intrinseco) ed è il valore effettivo che può essere dato all'azienda nel momento in cui viene venduta o liquidata. Tali investimenti possono però essere fatti quando esiste quello che viene definito come margin of safety (margine di sicurezza), ovvero quando il valore dell'azione è circa il 50% del valore intrinseco (intrinsic value)

I value investors si distanziano dai teorici della modern portfolio theory (moderna teoria del portfolio o quantitativi) che ritengono esservi maggior rischi proprio dove si sono maggior profitti. Qui, invece, la possibilità di avere ritorni alti e quindi guadagni è associata ai bassi margini di rischio.

Le azioni value spesso appartengono ad aziende che attirano un interesse scarso durante le fasi di crescita dei mercati, per cui, rispetto alle valutazioni storiche o in rapporto ad altre azioni, vengono negoziate a sconto. Durante il ciclo economico vi saranno periodi in cui un tipo di investimento si rivelerà migliore rispetto ad altri, per cui servono vaste ricerche e un buona comprensione del contesto per riconoscere un titolo value, ovvero quell'azione che offrirà una performance migliore rispetto a quella dei listini in un momento sfavorevole del mercato. Un'azione value potrebbe essere, ad esempio, riconosciuta  dalla sua quotazione bassa  in relazione al valore degli attivi aziendali, dovuta semplicemente al fatto che opera in un settore non i voga e non per svantaggio economico.

Market Timing.

In Analisi Tecnica, termine con il quale si indica la scelta del momento più propizio per operare e posizionarsi sui mercati finanziari, acquistando o vendendo. L'Analisi Tecnica ha lo scopo di indicare il market timing più corretto, poiché ha un peso fondamentale nel breve termine. Se invece si devono fare analisi a lungo termine, le strategie consigliate sono quello di stock piking e di asset allocation. Fonte: Soldi online

I markert timers (tempisti del mercato)  analizzano la situazione economica cercando di indentificare il momento più propizio per entrare ed uscire dal mercato massimizzando i profitti. Impiegano diverse metodologie per generare segnali di entrata e uscita dal mercato. Il metodo più utilizzato è il trend following che cerca di definire la direzione e l'ampiezza del trend di mercato basandosi su indicatori come ad esempio medie mobili. Il concetto base non muta e consiste nel considerare il fatto che il prezzo di un'azione va dalla sopravvalutazione alla sottovalutazione con un modello ritmico. Studiando quest'ultimo si può definire una strategia di market timing. Per i sostenitori questa tipologia consente:

  •  la partecipazione alle opportunità di crescita nel periodo medio  del mercato azionario  
  • la riduzione dei rischi propri delle fasi di mercato negativo, come ad esempio il bear market (mercato dell'orso, simbolo del ribasso in Borsa)

Questo è possibile perché il market timer non si limita a comprare e a mantenere un'azione nel portfolio come il value investing.

I growth stock investors (investitori su azioni in forte crescita) puntano su aziende con una crescita degli utili e dei dividendi superiori alla media. Le azioni growth rappresentano quelle società che hanno dimostrato una crescita celere delle quotazioni e che offrono un potenziale di crescita anche futura. Vi sono azioni growth che hanno una grande capitalizzazione e sono in grado di ottenere rilevanti aumenti dei ricavi, grazie ad un'espansione dell'azienda, o di determinare addirittura i prezzi. Spesso tali azioni riescono a conseguire un'elevata crescita a lungo termine. I titoli che permettono questo tipo di investimento di solito riguardano settori di innovazioni scientifiche o tecnologiche e quelli dove la domanda di prodotti/servizi delle società è considerata in repentina crescita.

Value contro Growth, grafico

(Credit foto:nasdaq

I momentum investors (investitori del momento) si rifanno alla teoria secondo la un'azienda che ha problemi strutturali  tende ad averli per un periodo  più lungo rispetto a quello supposto. Allo stesso modo un'azienda in rapida crescita tende a restare tale per un periodo più ampio del previsto (quale un oggetto tende a permanere nello stato in cui si trova).

Questi investitori indentificano le azioni con maggiore possibilità di apprezzamento, osservando  soprattutto le variazione sugli utili attesi e sui tassi di crescita.  Il loro portfolio, quindi, si muove con maggiore dinamismo. 

Società growth contro value
Le aziende Growth tendono ad avere

Alto tasso di crescita degli utili

Alto tasso di crescita delle vendite

Alta R.O.E

Margine di profitto elevato

Nessuna o bassa resa nei dividendi

Le aziende value tendono ad avere

Basso  P/E ratio 

Basso  P/S ratio (Price/Sales ratio)

Basso P/C ratio (o pice/cash flow ratio)

Basso P/B ratio (Price/Book ratio)

Elevata resa dei dividendi

P/B ratio o price/book ratio è un quoziente usato nell'analisi finanziaria. È dato dal rapporto tra corso dell'azione e valore di bilancio(book value) della società eminente. Fonte: "Il Giornale, le Garzantine, Finanza"

P/C ratio o price /cash flow ratio è un quoziente che confronta il corso dell'azione con il cash flow generato dalla società emittente. Fonte: "Il Giornale, le Garzantine, Finanza"

Credit foto di copertina: rgbstock/sanja gjenero

Fonti: Investimento in borsa / Alfi

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Dott.ssa Silvia Pasquariello
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