Quanto influisce il PIL sul mercato valutario?
I mercati valutari si muovono ogni giorno sulla base di determinati input. I segnali che vengono interpretati dagli operatori contribuendo alla formazione dei cosiddetti trend, sono svariati e tra di essi, uno dei più importanti è il Prodotto Interno Lordo (PIL) considerato uno degli indicatori più significativi per ogni economia. Proprio tramite questa sigla, infatti, si contrassegna essenzialmente una misura della produttività globale dell'economia di un Paese. Ripercuotendosi in maniera estremamente significativa sul valore di una valuta e sui prezzi delle azioni, esso si rivela essenziale per l'analisi fondamentale del mercato.
Cos'è realmente il PIL
Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è in pratica la sommatoria dei valori di tutti i beni e di tutti i servizi finali che vengono prodotti da un determinato Paese nel corso di un certo periodo di tempo (che può essere il mese, il trimestre, o l'anno). Si tratta di un dato collegato al consumo interno, al risparmio e all'esportazione dei prodotti lavorati. In altre parole, esso va a misurare la produzione di beni all'interno dei confini del paese, prescindendo dal fatto che gli stessi vengano prodotti da cittadini di questa nazione e dai fattori che siano stati utilizzati nel corso del processo produttivo.
Quando si registra una diminuzione del PIL, siamo in presenza di un vero e proprio segnale di allarme. In pratica un segno negativo corrisponde ad una fase di malessere, al quale solitamente fa seguito la caduta del tasso di valuta nazionale. L'ipotesi contraria, ovvero una crescita del PIL porta invece ad una risalita del tasso di cambio della moneta nazionale. Va comunque specificato che ormai il rilascio dei dati relativi PIL colpisce i mercati in misura tutto sommato moderata, in quanto i dati che vanno a formare questo valore sono a disposizione degli operatori di mercato ben prima della pubblicazione ufficiale del PIL stesso.
Il dato cui guardano i traders, non è il volume del PIL in sé, quanto la dinamica espressa nei confronti del periodo precedente. Si può infatti prendere come riferimento il trimestre precedente, oppure fare un confronto con quanto realizzato dodici mesi prima. Allo stesso tempo, va specificato che la variazione di PIL di un Paese preso da solo, senza raffrontarlo a quello degli altri, e in particolare dei Paesi che hanno le stesse caratteristiche strutturali, non vuol dire molto. Nel corso della crisi seguita allo scoppio della bolla dei mutui subprime, tutte le economie occidentali sono andate in recessione e chi opera sul mercato non ha potuto che tenere conto di questo dato, andando magari ad investire sulle valute dei paesi che hanno mostrato di reagire meglio e perso meno terreno nel periodo in considerazione.
Quali sono i dati più importanti relativi al PIL
Naturalmente gli operatori guardano con particolare attenzione a quanto succede in alcune aree del mondo ben definite. I mercati destinati ad influenzare in modo maggiore le valute Forex una volta che siano stati rilasciati i dati relativi al PIL sono in particolare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone e l'Unione europea. Sono proprio questi paesi ad essere costantemente monitorati, almeno in attesa che la Cina e altri paesi emergenti (ad esempio India e Brasile) riescano a consolidare le proprie economie.
Ne consegue in via del tutto logica che l'attenzione principale di ogni operatore deve essere rivolta al PIL dei paesi delle valute su cui si è deciso di impostare il proprio commercio. Chi fa trading con USDJPY, non deve far altro che seguire gli indicatori degli Stati Uniti e del Giappone, mentre nel caso si stia commerciando su EURCHF bisognerebbe guardare il PIL della Svizzera e dell'Eurozona.
Cosa occorre cercare di capire
Per chi fa trading sulla base dell'analisi fondamentale la questione fondamentale è cercare di comprendere a fondo come gli indicatori tendano ad influenzare i mercati forex. Solo una volta che ci si sia impadroniti alla perfezione di questo meccanismo, si sarà acquisita la capacità di entrare tempestivamente nel mercato preparando le strategie in grado di capitalizzare al massimo i dati emessi.
Ne consegue perciò anche la necessità di seguire il calendario economico e le varie scadenze che lo distinguono, oltre a quella di seguire le news arrivanti dal mondo economico in genere, dalle quali possono filtrare indicazioni importanti per pianificare nel modo più saggio i possibili punti di ingresso sul mercato e individuare quelli più promettenti. Una capacità che si fonda non solo sull'analisi, ma anche sul saper prevedere la possibile direzione predisposta dal concatenarsi di eventi che hanno una forte incidenza sul PIL.
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