Strategie trading, cos'è il money management

Fare trading online, come per tante altre attività della nostra vita quotidiana, non è né facile, né difficile. Semplicemente deve essere fatto seguendo una serie di regole ben precise e preparando la strada per cercare di non buttare il proprio investimento a causa di banali errori. Qui descriviamo il Money Management.

"Ciao, volevo condividere con te un segreto. Oggi ho investito 50 euro e in pochi minuti sono diventati 600. Non piacerebbe anche a te fare la stessa cosa? Allora cosa aspetti? Inizia a fare trading online, è una cosa che può fare chiunque e ritagliarsi un secondo stipendio."

Quante volte nel corso di ogni giorno la nostra casella di posta elettronica si riempie di messaggi deliranti di questo tipo? A dare fastidio non è tanto il fatto che si tratti di fastidioso spam, quanto quello che chi lo ha compilato ci abbia preso per fessi. A parte il fatto che se esistesse il modo per trasformare 50 euro in 600 in pochi minuti, sarebbe del tutto inutile andare a lavorare, un concetto di questo genere svilisce il ruolo stesso del broker, oltre a presentare il trading online per quello che non è. Il trader, infatti, è un professionista che ha formato le sue competenze con un duro lavoro preparatorio e che opera nella pratica aiutandosi con una serie di strumenti che si sono affinati nel corso del tempo.

Fare trading online, come per tante altre attività della nostra vita quotidiana, non è né facile, né difficile. Semplicemente deve essere fatto seguendo una serie di regole ben precise e preparando la strada per cercare di non buttare il proprio investimento a causa di banali errori.

Nella teoria, tutti sono bravi. Quando però si tratta di trasferire le competenze teoriche nella pratica, cominciano ad arrivare intoppi più o meno drammatici, che possono vanificare il lavoro e, soprattutto, impedire che esso dia risultati pari alle aspettative.
Il trader pragmatico, fonda il suo successo su una serie di doti: lucidità, velocità nel prendere decisioni, distacco, concentrazione. Senza di esse, la preparazione tecnica conta poco o nulla, in quanto il mercato è una realtà mutevole e sfuggente, capace di provocare bagni di sangue da parte degli investitori sprovveduti o incapaci di rapportarsi ad esso nella giusta maniera. Ci sono investitori che pensano di poter piazzare il proprio ordine di acquisto tanto per vedere come va. Se va bene, perderanno il loro investimento più in là, dopo una prima puntata fortunata, se va male saranno tosati immediatamente.

La Borsa non è la sala Snai ove si piazzano le scommesse sportive, confidando nella fortuna, bensì un luogo ove tante persone investono sulla base di ragionamenti più o meno complessi, con il giusto distacco emotivo che deve spingerli a valutare il rischio corso e a limitarlo al massimo. 

Il Money management è una buona strategia per il trading online

Enron, Parmalat, Lehman Brothers: molti investitori, sentendo questi nomi, ancora oggi iniziano a dare segni di instabilità emotiva o a farsi il segno della croce. Si tratta infatti di alcune delle operazioni più disastrose degli ultimi anni, quelle che hanno mietuto vittime nella fase ribassista del mercato, anche perché le loro azioni sono state proposte da operatori infedeli a clienti ignari di quanto stesse succedendo.

Ma non sono soltanto i piccoli risparmiatori, quelli che spregiativamente vengono indicati come parco buoi", ad uscire letteralmente con le ossa a pezzi da momenti particolari della Borsa. Basti pensare al riguardo che uno dei più famosi trader privati di ogni epoca, Jessie Livermore, decise di suicidarsi dopo aver perso tutta la sua fortuna con il trading.

Proprio questo scioccante esito, deve convincere chi si appresta a fare trading che si tratta di una vera e propria battaglia campale, da affrontare con una strategia adeguata, in grado di limitare i colpi negativi e di amplificare "la buona sorte". La parola d'ordine che dovrebbe distinguere ogni trader che voglia dirsi tale è differenziare, cercare di suddividere al massimo il rischio in modo da poter limitare le cadute impreviste stando sempre in guardia per poter fronteggiare mutamenti inattesi, salvaguardando in tal modo il proprio capitale finanziario.

La strategia del Money Management per diversificare e imparare a gestire il rischio

Proprio per limitare al massimo il rischio di farci danneggiare dal contenuto emotivo di una transazione di Borsa, la cosa migliore che si può fare è ricorrere al Money management. Si tratta di una tecnica spesso indicata nel linguaggio degli investitori come "gestione del rischio", e che in poche parole mira a massimizzare i profitti comprimendo al massimo le potenziali perdite. Potremmo quindi definire il Money management come il complesso di regole in grado di consentire la gestione più efficiente possibile del patrimonio.

Si compone di due ambiti fondamentali che non possono essere separati tra loro: risk management ("gestione del rischio") e position sizing. Il risk management consente di monitorare la posizione che abbiamo assunto nei confronti del mercato a seguito di un investimento, mentre il position sizing provvede ad individuare il capitale da investire in ogni singola operazione aperta sul mercato ripartendolo tra i vari asset presenti all'interno del nostro portafoglio.

Il Money management limita gli effetti di eventuali perdite

Ogni strategia di Money management che tale voglia dirsi, si distingue per una logica di fondo, cui contribuiscono diversi punti fondamentali:

• Stabilire una percentuale massima del capitale da destinare per ogni singola operazione;
Si tratta della regola fondamentale del Money management e può essere considerato la trasposizione borsistica del vecchio detto romano Divide et impera. Dividere il proprio capitale sullo scacchiere borsistico in modo da non dover dipendere da un solo asset. Se quell'asset dovesse andare a rotoli, noi seguiremmo il suo destino. Perché farlo?

• Utilizzare soltanto "denaro di qualità" ed evitare di conseguenza l'uso di capitale preso in prestito;
Il denaro non ha odore, ma non è tutto uguale. Prendere capitale in prestito non è la stessa cosa che investire il proprio. La qualità del denaro investito può arrivare ad influenzare le decisioni da prendere. Per questo sarebbe meglio evitare capitale preso in prestito.

• Predisporre una quota di liquidità per le speculazioni su eventi eccezionali e di breve termine, ovvero sulle occasioni;
La Borsa è per sua stessa definizione volatile, come dimostra del resto quanto successo con il crollo seguito allo scoppio della bolla dei mutui subprime, quando nessuno si poteva aspettare un simile evento. Inaspettati crolli ed amplificazione della volatilità possono creare le condizioni per trarre profitto da investimenti caratterizzati da velocità e da un margine di rischio abbastanza controllato.

• Contestualizzare i movimenti della volatilità.
I mercati non sono il regno della costanza, ma sono invece in continuo mutamento. Basta seguire l'andamento dei listini di Borsa nel corso della trattativa tra Unione Europea e Grecia, per capire come l'aria possa mutare nel giro di appena poche ore, con continui rialzi e flessioni in grado di mettere a dura prova la tenuta nervosa degli investitori. Proprio per questo motivo va monitorata la volatilità, in quanto ove non associata alla direzionalità può essere origine di molte false rotture.

• Calibrare con attenzione il momento dello stop sul guadagno atteso.
Come fattore R si indica il rapporto tra il guadagno medio e la perdita media e questo elemento si pone alla base del calcolo della percentuale di Kelly. Se il concetto suona ostico, va comunque specificato che si tratta di un elemento che va monitorato con estrema attenzione e che va tenuto sotto stretto controllo insieme alla percentuale di trade in profitto. Nel cosiddetto trading discrezionale lo stop loss deve essere agganciato al guadagno medio atteso, con un rapporto ben preciso: un punto di stop ogni tre di guadagno atteso. Una proporzione che andrebbe assolutamente rispettata.

• Calibrare il rischio sulla base dell'operatività.
Anche tra operatività e livello di rischio, deve esistere una stretta relazione, con un rapporto inversamente proporzionale. Maggiore è l'operatività e minore deve essere il livello di rischio.

• Non si deve assolutamente incrementare una posizione in perdita.
Non si deve essere schiavi di posizioni fondate magari su un preconcetto sbagliato. Se un investimento non rende, è inutile insistere, magari incrementandolo solo per provare a sé stessi di avere ragione. La vanità è un delitto capitale in Borsa, è meglio prendere atto della cruda realtà e limitare le perdite.

• Incrementate le posizioni in guadagno.
Allo stesso modo, non vanno incrementate le posizioni in guadagno. Anche in questo caso può essere rischioso andare oltre ciò che era stato preventivato in un primo momento solo per dare ragione a sé stessi.

• Riducete il rischio monetizzando una parte dei guadagni realizzati;
Se ci si trova in una posizione di guadagno del 5% e si decide di monetizzare il 50% dell'operazione disegnata, si ridurrà ampiamente il rischio. In questo modo, infatti, servirà una perdita del 10% sul rimanente capitale per vanificare i guadagni messi a segno nella fase precedente.

• Essere onesti con sé stessi.
Occorre cercare di evitare sinché possibile gli stop "mentali", ovvero quelle posizioni che ognuno di noi tende a costruire nella propria mente. La Borsa non è un teorema, ma un luogo in costante movimento in cui la bravura del trader consiste nel posizionare in maniera intelligente gli ordini di vendita.

Il Money Management è un vestito da adattare perfettamente alle situazioni che vengono a crearsi sul mercato. Partire con idee proprie, frutto di studio e valutazioni certosine va bene, ma se l'evoluzione del campo va contro la nostra strategia, dobbiamo essere pronti a ridefinirla, a cucirla su misura su quanto sta accadendo o comunque a modificarla per limitare le perdite.

Fare trading può anche essere divertente, ma chi lo fa deve ricordare che sta investendo denaro vero e non quello del Monopoli. Se torniamo alla metafora della guerra, forse la più adatta per indicare una giornata in Borsa, va ricordato che nessun generale sano di mente si sognerebbe mai di impiegare tutte le forze di cui dispone in una sola battaglia, a meno che non si stia avvicinando una sconfitta ormai inevitabile. Anche l'investitore deve quindi evitare di puntare tutta la propria posta su un solo asset e anzi, cercare di diversificare al massimo gli strumenti finanziari.

La parola d'ordine del trader: differenziare, suddividere il rischio, limitare le perdite assolute

La parola d'ordine del trader di razza è differenziare, cercare di suddividere il rischio, limitare le cadute impreviste, che sono sempre in agguato cercando in tal modo di salvaguardare al massimo il proprio capitale finanziario. Le regole di base del Money management sono personalizzabili, almeno in parte, e dovrebbero fungere da base per lo stile di trading che si intende utilizzare adattandosi allo stesso tempo al mercato in cui si opera.

Un piano di Trading, va costruito nel corso del tempo, tenendo nel massimo conto le esperienze pregresse, si pianifica con grande scrupolo e si modifica di volta in volta sulla base delle mutate condizioni dei mercati. Un piano di Trading che non prenda in considerazione il Money management può alla fine essere paragonato ad una battaglia che non preveda altra soluzione che la vittoria o la sconfitta definitiva. Esiste invece una terza opzione, in grado di preparare la rivincita di domani: la fuga.

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Dott. Dario Marchetti
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